L’adattamento cinematografico del celebre videogioco Mojang ha travolto ogni aspettativa. La Warner punta al miliardo e apre i primi contatti per un secondo capitolo
Non era facile immaginare un film tratto da Minecraft che funzionasse così bene. Eppure, a tre settimane dall’uscita nelle sale, il conto è già arrivato a 816,6 milioni di dollari incassati in tutto il mondo. E i numeri non si fermano. Ogni giorno che passa sembra portare un altro passo verso una soglia che fino a poco fa sembrava solo teorica: quella del miliardo.
Il progetto, che molti consideravano rischioso, è diventato uno dei titoli più visti della stagione cinematografica. E ora che i risultati sono nero su bianco, Warner Bros. ha iniziato a muoversi. La parola “sequel” non è più solo una suggestione.
L’incasso che ha smentito gli analisti
Nessuno, nemmeno i più ottimisti, aveva previsto un simile successo. L’ultimo fine settimana ha portato oltre 60 milioni di dollari tra incassi nordamericani e internazionali. Il film ha già raccolto 380 milioni tra Stati Uniti e Canada, mentre il mercato estero — sempre fondamentale in operazioni di questo tipo — ha aggiunto altri 436,6 milioni.
La Gran Bretagna guida il fronte europeo, con 67 milioni di dollari. Seguono Germania, Australia e Messico, che hanno chiuso la settimana con cifre sopra i 28 milioni. Anche in Italia, dove in passato altri film tratti da videogiochi avevano faticato a ingranare, Un film Minecraft ha raggiunto gli 11,2 milioni di euro, superando le attese con sale ancora piene, soprattutto nei weekend.
La previsione iniziale — si diceva 800 milioni totali — è ormai superata. Se il trend non rallenta troppo, si arriverà al miliardo. E chi lavora nel settore sa cosa significa un traguardo del genere: continuità, franchise, e nuove fasi di scrittura.
Warner tratta con Jared Hess per il secondo film
Il nome del regista Jared Hess è già tornato sui tavoli della Warner. Si parla di primi incontri informali, idee in circolazione, appunti sparsi su dove potrebbe andare una nuova storia ambientata nell’universo cubettato di Mojang. Al momento, nessun annuncio ufficiale. Ma i segnali ci sono. E sono chiari.
L’adattamento non ha cercato di tradurre il gioco in maniera didascalica. Ha preso lo stile, ha mantenuto l’anima, ma ha scritto una storia adatta anche a chi non ha mai messo mano a un controller. Una scelta che ha funzionato. Ha permesso al film di non chiudersi nel recinto degli appassionati, aprendosi a famiglie, bambini e spettatori senza riferimenti diretti al mondo dei videogiochi.
L’interesse per altri progetti simili è già in crescita. Lo ha detto anche Phil Spencer, di Microsoft, in un’intervista pochi giorni fa: “Minecraft e Fallout hanno aperto una strada. Ne abbiamo altri pronti”. È cambiato qualcosa, e non solo nei numeri. Anche nel modo in cui il cinema guarda al mondo videoludico.
Minecraft, da gioco a fenomeno culturale
Non è solo una questione commerciale. Minecraft è entrato nella vita quotidiana di milioni di persone da quasi vent’anni. Ha cambiato il modo in cui si gioca, si insegna, si raccontano storie. Il film, pur con tutti i limiti di un’operazione destinata a un pubblico vasto, ha intercettato quello spirito.
Ha lavorato sulla forma visiva, sulle geometrie familiari, sulle dinamiche di costruzione e distruzione. E lo ha fatto senza diventare una lezione. Ha raccontato una storia semplice, a tratti ingenua, ma ben costruita, che ha lasciato spazio alla fantasia senza forzarla.
I numeri, ora, confermano che la strada scelta era quella giusta. Il miliardo non è un obiettivo distante. E un nuovo film, ormai, sembra quasi inevitabile.