Nel 2019, il regista Todd Phillips ha portato a Venezia il rivoluzionario film “Joker“, che racconta la trasformazione di Arthur Fleck in un personaggio emblematico. Da emarginato affetto da una particolare patologia a spietato villain, Joaquin Phoenix interpreta magistralmente il protagonista. Il film si inserisce nell’universo narrativo di Joker: Folie à Deux, a due anni dall’omicidio televisivo di Murray Franklin, interpretato da Robert De Niro, che porta Arthur all’Arkham Asylum.
Le trasformazioni di Arthur Fleck
Mentre Arthur Fleck combatte i demoni della sua mente deviata, incontriamo Harleen Quinzel, interpretata da Lady Gaga, durante una sessione di musicoterapia. Il Joker trova in lei un’inaspettata comprensione e un’attrazione inedita, plasmando un intreccio di amore, follia e delusioni. Nel frattempo, Gotham City è in preda al caos orchestrato dai seguaci del Joker, decisi a ridurla in cenere.
Un viaggio nell’inferno della mente
Todd Phillips conduce il pubblico in un viaggio oscuro, evitando l’ovvio con un’apertura animata e musicale che anticipa il dramma che seguirà. Citazioni e richiami a classici musicali impreziosiscono la narrazione, offrendo allo spettatore una prospettiva unica sull’animo tormentato del protagonista. Mentre Arthur sogna redenzione, il suo alter ego Joker conquista l’adorazione delle masse, complicando la difesa della sua avvocatessa, impegnata a dimostrare la sua mente fratturata e a salvarlo dalla condanna a morte.
La profondità di Joker
All’interno del film si cela un disturbo psicotico condiviso, la folie à deux, che lega Arthur e Harleen in un vortice inevitabile di tragedia e violenza. Le strade di Gotham City fungono da sfondo a eventi che evocano il caos e la ribellione, richiamando alla memoria l’assedio al Capitol Hill del 2021. Il film svela strati di complessità e oscurità che vanno ben oltre l’immaginario adolescenziale, sfidando gli spettatori a esplorare le tenebre dell’animo umano.
Consigli cinematografici
Per chi ha apprezzato “Joker”, un titolo imprescindibile è il film di Martin Scorsese “Re per una notte” del 1982, che getta le basi per la comprensione di entrambe le opere.
Sarà importante continuare a indagare su queste tematiche e riflettere sull’oscurità che risplende nelle profondità dell’animo umano, attraverso opere cinematografiche che sfidano i confini del genere e dell’intelletto.