Il cinematografo argentino, insieme a quello sudamericano, sta vivendo un momento di rinascita e affermazione a livello globale. Un esempio fulgido di questa tendenza è rappresentato da “Zama” di Lucrecia Martel, un film tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Di Benedetto del 1956. Presentato originariamente per il Festival di Cannes, ha poi brillato a Venezia grazie all’influenza di Pedro Almodovar, coinvolto come produttore con la sua casa Deseo Film. Nella lista dei prestigiosi co-produttori ed esecutivi figura anche Danny Glover e Gael Garcia Bernal.
Zama – Le Vicende e il Cast che Affascinano
Il film racconta la storia di Don Diego de Zama , un magistrato spagnolo nel tardo XVIII secolo inviato in Sud America. Desideroso di rientrare in patria dalla sua famiglia, si ritrova coinvolto in un intreccio di desiderio per una nobildonna spagnola e di conflitti sul trattamento degli schiavi indigeni. Le sue speranze di ritorno in Spagna si sgretolano progressivamente, persino quando un nuovo governatore gli richiede un impegno a lungo termine. La trama si snoda tra tentativi disperati di rimpatrio, scontri interni e il confronto con una realtà ostile.
Zama – Tra la Cruda Storia e il Surrealismo Cinematografico
Lucrecia Martel confeziona un’opera che affronta il colonialismo in Sud America attraverso gli occhi di Don Diego de Zama, un uomo in lotta con il potere coloniale e con se stesso. Il film evidenzia sottilmente il comportamento violento dei coloni e l’assurdità delle gerarchie di potere. Martel, toccando vette di surrealismo studiato, mette in discussione le dinamiche sociali e l’impatto devastante del colonialismo sulla psiche umana. Una prospettiva metaforica della storia prende forma attraverso le azioni e le scelte dei personaggi.
Lo Scenario Attuale del Cinema Sudamericano
Il panorama del cinema sudamericano si arricchisce di autori e opere che pongono interrogativi profondi sulla società e la storia locale. Esponenti di spicco provengono soprattutto dal Cile e dall’Argentina, con registi emergenti come Larraìn, Lelio e Citarella che si fanno strada sulla scena internazionale. Il cinema cileno mostra diverse sfumature, da Larraìn che esplora la storia del suo paese in chiave surreale a Lelio, ottimamente riconosciuto per opere come “Gloria” e “Disobedience”. Anche il cinema argentino vede una presenza significativa di registe come Laura Citarella, capace di creare opere pervase da una sensibilità unica. Insieme, questi talentuosi autori infondono elementi surreali nelle loro narrazioni per creare un’esperienza cinematografica appagante e profonda.
In un contesto globale sempre più attento alle voci emarginate e ai racconti non convenzionali, il cinema sudamericano si staglia come una realtà artistica vibrante e poliedrica, pronta a conquistare pubblici e critica grazie alla sua autenticità e originalità.